UN CARO AMICO CI HA LASCIATO LITTORIO PREZIOSO E' TORNATO ALLA CASA DEL PADRE
Con la tristezza per l’improvvisa perdita di un caro amico, ma con la consolazione che viene dal credere che il Padre lo ha accolto fra le sue amorevoli braccia, riportiamo di seguito il profilo letto all’inizio della liturgia funebre da Don Silvio Piccoli, Assistente Masci.
Littorio Prezioso
Nato a Mafalda, ottanta anni fa, in silenzio ci ha lasciato per attenderci nella casa del Padre, meta e speranza di tutti noi.
Coniugato con Marisa e padre di due figli, Daniela e Alberto, ne ricordiamo con gratitudine ed affetto il “servizio” che ha avuto la grazia di offrire alla nostra chiesa locale e alla chiesa italiana.
Circa trent’anni fa diede inizio, con Marisa sua moglie, alla comunità Masci, di cui fu il primo Magister, qui nella Parrocchia S. Antonio dove era approdato anche l’unico gruppo AGESCI di Termoli e della diocesi. Ha avuto poi responsabilità di Segretario Regionale delle Comunità Masci del Molise. Eletto al Consiglio Nazionale del Masci è stato membro del Comitato esecutivo e poi per due mandati ha ricoperto l’incarico di Presidente Nazionale del Masci dal 2001 al 2007, anno del Centenario.
Il suo cammino adulto, nutrito della spiritualità contemplativa di Charles de Foucault, - è nota la partecipazione di coppia che avevano con le Sorelle e i Fratelli di questo cammino – l’ha trasfusa e unita alla spiritualità Scout del fare strada e del servizio, con una profonda passione educativa soprattutto per l’educazione permanente degli adulti.
«E’ proprio vero che “pensare” l’educazione implica prefigurare progetti e traguardi che potrebbero realizzarsi anche solo in parte o in tempi lunghi; immaginare quello che non c’è ma che potrebbe avverarsi o verificarsi per un nostro intervento – sognare cioè il “possibile” dell’educazione – è operazione necessaria che ci consentirà di guardare oltre la routine quotidiana ed operare in vista di un cambiamento, di un mondo migliore”….
L’educazione permanente costituisce, per gli adulti scout, una strategia; indica un cammino da compiere, la meta a cui rivolgere lo sguardo. Essa si dà come prospettiva e come metodo. Come prospettiva guarda lontano, oltre i confini dell’immediato e si propone come processo capace di “condurre la persona ai traguardi della essenzialità, mediante un processo che duri, in originalità, in cultura, in impegno e produzione di umanità, quanto dura la vita”.
Come metodo, inoltre, si configura in una esperienza capace di essere: educazione totale per il rispetto dovuto ad ogni essere umano; educazione alla critica per educare al progresso commisurato sul valore della persona; educazione alla sintesi operativa, per educare alla originalità; educazione al dialogo, alla tolleranza, all’amicizia e alla fratellanza».(Strade aperte n.3. 2006 , pp.13-14)
Come metodo, inoltre, si configura in una esperienza capace di essere: educazione totale per il rispetto dovuto ad ogni essere umano; educazione alla critica per educare al progresso commisurato sul valore della persona; educazione alla sintesi operativa, per educare alla originalità; educazione al dialogo, alla tolleranza, all’amicizia e alla fratellanza».(Strade aperte n.3. 2006 , pp.13-14)
Educarsi e accompagnarsi a progettare gesti o impegni condivisi è stato lo stile con cui ha guidato la comunità Masci di Termoli e che ha portato anche nella responsabilità della Consulta dei laici diocesana di cui è stato presidente.
La sua ultima relazione a Isernia nel 30° di quella Comunità Masci è stata “Dalla buona azione all’impegno civile”. (3 dicembre u.s.). L’ultima uscita come Comunità di Termoli nella chiesetta rupestre “Madonna del Castello” tra S. Felice e Mafalda (10 febbraio), sembra, a ripensarci oggi, un ritorno alle sue origini, alla terra dei suoi padri.
Il suo ultimo giorno pieno qui in terra è stato quello del compleanno di Marisa, sua moglie; all’inizio del nuovo giorno “il giorno del pensiero”, giorno importante per gli scout di tutto il mondo, ha potuto dire in cuor suo “tutto è compiuto”.
Noi crediamo che il Signore gli abbia già detto “vieni servo buono e fedele”.
E’ la nostra fede, è la nostra comune speranza ed ora sarà la nostra supplica.
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